CoviDiaries
Creare un racconto della pandemia e uno “spazio della memoria”, aprire una riflessione sulle trasformazioni che l’esperienza collettiva del Covid ha portato nelle nostre società e su come affrontarle in futuro, coinvolgere e raggiungere una target audience multi-stakeholder, realizzare un progetto crossmediale e phygital, pianificare una strategia di dissemination ad ampio raggio e distribuita nel tempo.
Una grande narrazione corale, tanti obiettivi raggiunti da un progetto che si è evoluto progressivamente, assumendo forme diverse.
A partire dalle storie dei fotogiornalisti e dei videomaker di Parallelozero e dalle copertine pubblicate dalle più prestigiose testate italiane e internazionali, il piano strategico e di diffusione del progetto si è sviluppato in un arco temporale di due anni, attraverso una serie di fasi che hanno allargato il suo campo d’azione, coinvolgendo media, interlocutori, audience, luoghi e linguaggi narrativi sempre più ampi e ambiziosi.
La prima fase del progetto è nata a partire dalla creazione del portale (link): un luogo della memoria che raccoglie 13 linee narrative e fotogiornalistiche, mappe interattive, una cronologia della pandemia e una serie di mini-doc, tra i quali “Covid Hotel” e “The mindfulness of survivors”.
Per il lancio sono stati coinvolti tutti gli stakeholder protagonisti delle storie di CoviDiaries (enti, istituzioni, ONG, aziende) e sono state create due collaborazioni di rilievo.
La media partnership con la Stampa, che ha visto una serie di uscite sui suoi canali (edizione cartacea, digitale, social media) nelle quali le immagini e i mini-doc di CoviDiaries sono stati accompagnati da articoli firmati dai più prestigiosi editorialisti del quotidiano, tra i quali Giuseppe Culicchia e Gianluca Nicoletti.
E una “sound partnership” con la band Casino Royale e Alioscia Bisceglia: i brani di “Quarantine Scenario” (disco nato proprio durante il lockdown e registrato a distanza dai musicisti, con collaborazioni eccellenti come Howie B, DJ Gruff, Alessandro Baricco e molti altri) sonorizzano le 13 “stanze” tematiche di CoviDiaries.
Dopo aver esplorato diverse frontiere della crossmedialità ed essersi arricchito con costanza di nuove storie fotogiornalistiche, il progetto si è evoluto nelle forme espositive, diventando phygital e seguendo il progressivo ritorno alla partecipazione fisica dopo il lockdown.
Il primo progetto espositivo è stato realizzato a Bergamo, luogo fortemente simbolico: Fotografica/Festival della Fotografia ha dedicato a CoviDiaries un’edizione speciale e una doppia mostra in Piazza Vittorio Veneto e all’Ospedale Papa Giovanni XXIII.
La seconda esposizione è stata a Torino, in occasione del ritorno in presenza del Salone Internazionale del Libro, con un’edizione da record che ha fatto registrare oltre 150.000 visitatori.
Grazie a un ulteriore allargamento delle partnership e delle collaborazioni – con il sostegno di Fondazione Comunità Milano e Vivisol-Sol Group e il patrocinio del Comune di Milano –, CoviDiaries ha vissuto una successiva evoluzione nella prestigiosa location milanese della Cattedrale della Fabbrica del Vapore.
A due anni esatti dall’inizio della pandemia, la mostra-evento a ingresso gratuito “Covidiaries. Cronaca | Memoria | Futuro” ha accolto 2000 visitatori ed è diventata un’occasione pubblica per riflettere sulle trasformazioni che la pandemia ha portato nelle nostre società e – soprattutto – per trovare soluzioni nuove per il futuro.
Quattro panel tematici di alto profilo hanno coinvolto esperti e rappresentanti di rilievo in diversi ambiti (medici, ricercatori, politici, imprenditori, accademici, musicisti – come Diodato, vincitore del Festival di Sanremo – e molti altri) che si sono confrontati su nuove povertà e welfare, socialità e giovani, cultura e spettacolo, sanità locale e globale, lavoro e impresa.
Un progetto nato sul campo, sulle strade di Codogno, Nembro e Milano fin dai primissimi giorni della pandemia, che nel tempo si è evoluto spontaneamente (prendendo molte forme diverse e raggiungendo un pubblico sempre più ampio) ed è diventato una preziosa “scatola della memoria” sulla pandemia in Italia destinata a rimanere un punto di riferimento importante nel futuro del Paese.
Per approfondire, visita il sito ufficiale.